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Visualizzazione dei post da marzo, 2019

Facciamo che ero morta

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Continua la serie di letture felici offerte dalla penna di un'autrice donna. Questa volta si tratta di Jen Beagin, giovane scrittrice americana, il cui passato da "cleaning lady" viene ripreso e diventa occasione per dare forma a questo romanzo, il quale narra le vicende di una ventiquattrenne che per guadagnarsi da vivere fa le pulizie e che per dare un minimo senso alla propria esistenza fotografa il proprio corpo nelle case in cui lavora e colleziona oggetti inutili che raccoglie giorno dopo giorno. Se dovessi isolare una frase che funga da chiave di lettura della storia, sceglierei questa (si tratta di un pensiero che balena nella mente della protagonista, Mona, quando conosce un ragazzo di nome Gesù [si chiama proprio così]): "Gesù era uno dei pochi fortunati che escono dall'infanzia integri: il suo passato non era una massa immobile e sconfinata con un microclima a parte." Il titolo del romanzo si riferisce a un gioco che Mona faceva da piccola: finger...

L’occhio del monaco e il letto di Wittgenstein

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Perché non ci lasciano in pace, i morti? Spargono i loro nomi sulla strada su cui dobbiamo camminare, insinuano i versi delle loro poesie nell'ultimo sonno prima del mattino e poi di nuovo se ne vanno, assenti come fosse una professione, volgendosi altrove, senz'occhi, nascosti dentro il loro gergo, il dialetto che i morti parlano tra loro, a noi inaccessibile, razza senza passaporto né voce che irrompe nella nostra memoria senza preavviso, ci cammina accanto si siede sul bordo del letto in cui un tempo si stendevano. (Cees Nooteboom, "L'occhio del monaco ", tr. it. di Fulvio Ferrari, n. 27) L'immagine dei morti che si accostano al bordo del letto, quel letto dal quale sono scivolati via morendo, mi pare possa essere vista come un affacciarsi dei morti sul mondo. Un mondo-letto. Quel mondo che, per dirla con Wittgenstein, coincide col linguaggio, per cui «I limiti del mio linguaggio significano i limiti del mio mondo» (Tractatus logico-philosophicus, 5.6). Per...