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Vorrh, ovvero l’eterna lotta tra Civitas e Silva

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  Quando leggiamo un libro, lo facciamo sempre attraverso lenti che abbiamo cesellato nel tempo, grazie alle nostre esperienze personali e, tra le altre cose, alle nostre letture. Perché questa premessa? Perché la prima delle due lenti che mi hanno permesso di mettere a fuoco il romanzo qui recensito è un saggio che ho letto di recente:  Visibilmente crudeli. Malviventi, persone sospette e gente qualunque dal Medioevo all’Età moderna  di Giacomo Todeschini (Il Mulino). Nel primo capitolo di questo saggio (che consiglio vivamente) c’è un paragrafo (il secondo, intitolato  La città e il bosco ) che analizza il rapporto tra  civitas  e  silva  — un rapporto centrale nell’immaginario medievale. La seconda lente alla quale ho fatto ricorso è quella della vasta letteratura sul “sacro”, che ha occupato per anni il mio interesse. Se non sapessi che il romanzo di cui parlerò tra poco si regge su molteplici piani di significato (gran parte dei quali so di n...