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Dungeon Crawler Carl, di Matt Dinniman

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  Dopo aver letto tutto d’un fiato le prime pagine di  Dungeon Crawler Carl  (Mercurio, 2025), buttai giù una semplice nota: “Un libro ignorantissimo, il più ignorante che abbia mai letto. Ma forse anche uno dei più divertenti.” Pensavo che non avrei aggiunto altro, riservandomi di non scrivere una recensione ma, al massimo, una segnalazione da pubblicare sui miei canali social. Poi, arrivato a metà libro, mi ritrovai con un bel po’ di appunti accumulati. E dunque, ecco la mia recensione. Innanzitutto, di cosa parla questa storia? In breve: il mondo è finito. Letteralmente. Un’entità aliena trasforma la Terra in un gigantesco dungeon multilivello, un reality show intergalattico seguito da miliardi di spettatori. I pochi superstiti (tra cui Carl, protagonista per caso, e la sua gatta Donut, improvvisamente parlante e sensibilissima al giudizio del pubblico) vengono catapultati dentro questa struttura letale. Devono sopravvivere, livellare e possibilmente non perdere la pro...

Empusium, di Olga Tokarczuk

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  Ambientato nei primi anni del Novecento,  Empusium  (Bompiani, 2025) è un romanzo che inizia come un inquieto omaggio alla tradizione mitteleuropea (in particolare alla  Montagna incantata  di Thomas Mann), con le sue valli chiuse da catene montuose, i sanatori e gli uomini malati che si perdono in discussioni interminabili. Ben presto, tuttavia, la storia si trasforma lentamente in qualcos’altro: attraverso una prosa che, pagina dopo pagina, si apre ad atmosfere perturbanti (sempre suggerite più che esibite), prende corpo una riflessione sul rapporto tra l’essere umano e la natura. Un rapporto che l’autrice, Olgar Tokarczuk, mostra soprattutto attraverso i dispositivi culturali che l’uomo ha approntato per difendersi da essa:  in primis  la medicina, ma anche i miti folklorici (e i rituali a essi associati) e… il patriarcato. Tokarczuk mette in scena un microcosmo completamente maschile. La vicenda è ambientata in un pensionato per soli uomini. Into...

Vorrh, ovvero l’eterna lotta tra Civitas e Silva

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  Quando leggiamo un libro, lo facciamo sempre attraverso lenti che abbiamo cesellato nel tempo, grazie alle nostre esperienze personali e, tra le altre cose, alle nostre letture. Perché questa premessa? Perché la prima delle due lenti che mi hanno permesso di mettere a fuoco il romanzo qui recensito è un saggio che ho letto di recente:  Visibilmente crudeli. Malviventi, persone sospette e gente qualunque dal Medioevo all’Età moderna  di Giacomo Todeschini (Il Mulino). Nel primo capitolo di questo saggio (che consiglio vivamente) c’è un paragrafo (il secondo, intitolato  La città e il bosco ) che analizza il rapporto tra  civitas  e  silva  — un rapporto centrale nell’immaginario medievale. La seconda lente alla quale ho fatto ricorso è quella della vasta letteratura sul “sacro”, che ha occupato per anni il mio interesse. Se non sapessi che il romanzo di cui parlerò tra poco si regge su molteplici piani di significato (gran parte dei quali so di n...

Le nostre vite sottosopra

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  Prendo  Le nostre vite sottosopra  (Rizzoli 2025) della scrittrice americana Jandy Nelson dopo aver letto una breve recensione su IG che ne elogia la freschezza, la qualità di scrittura e la forza immaginativa. “È ciò di cui ho bisogno!”, mi dico (ho da poco concluso la saga de  La Torre Nera  di King e sento la necessità di qualcosa di leggero).  Inizio a leggere, ma dopo qualche pagina ho già la tentazione di chiudere il libro e gettarlo nel detestabile mucchio dei “Libri Fregatura”.  In questa nota spiegherò il motivo della mia iniziale avversione e come ho finito per adorare questo libro. La storia si concentra su una famiglia che vive a Paradise Springs (una cittadina californiana): un padre assente (fuggito per motivi ignoti), una madre che prepara soufflé talmente buoni da far innamorare le persone, e tre fratelli, Wynton, Miles e la piccola Dizzy (si chiamano come i noti trombettisti jazz). Wynton è un punk, ma suona il violino, e lo suona co...

La Torre Nera (libri V, VI, VII)

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Dopo quattro mesi, ho finalmente concluso la lettura dell’intera saga della “Torre nera” di Stephen King. Non mi rimane che parlarvi degli ultimi tre libri (l’ultima recensione risale a “ La sfera del buio ”) e non sarà facile. Innanzitutto, non lo sarà a causa del numero di pagine e della quantità di sviluppi narrativi (alcuni incredibili, anche per gli standard a cui ci abitua il Re) che esse raccolgono; e non lo sarà anche perché sono uscito piuttosto provato da questa lunga immersione nella storia e nei mondi (al plurale) di Roland, Eddie, Susannah e Jake. In questo preciso momento non saprei nemmeno come iniziare… ma in qualche modo si inizia sempre, no? E dunque iniziamo dicendo che il quinto libro, “I lupi del Calla”, è in assoluto il mio preferito della saga. Più bello anche dell’ultimo (il quale, essendo l’ultimo, è straordinario di suo… dunque immaginate cosa possa essere il quinto!). Non entrerò troppo nel dettaglio: lo spazio e il tempo sono limitati, quindi mi concentrerò ...