Macchine come me?


Ci sono degli autori di cui leggo tutto ciò che esce, nonostante debba riconoscere che solo alcuni dei loro romanzi mi sono piaciuti. Ian McEwan è uno di questi. Ho adorato "Espiazione" e "Solar", ho letto con piacere "La ballata di Adam Henry" e "Miele", ma molti altri suoi lavori mi hanno lasciato del tutto indifferente (alcuni non mi sono piaciuti proprio).

Qual è la mia opinione riguardo alla sua ultima fatica, "Macchine come me"? Allora, non fa parte dei miei preferiti (questo lo dico subito). La lettura a volte è appesantita da parti che potevano essere ridotte (imho) e ci sono certi dialoghi del tutto improbabili che avrei reso diversamente (quelli con Alan Turing, ad esempio). Per questo motivo non mi ha del tutto convinto. La scrittura, d'altra parte è brillante (come sempre), per cui l'ho letto velocemente e volentieri.

Al centro della storia, come forse saprete, c'è un robot (o un replicante, se preferite) la cui Intelligenza Artificiale lo rende del tutto simile a un essere umano (a questo si aggiunge un corpo sorprendentemente realistico). Adam (si chiama così il robot) si interessa (in senso forte) di letteratura (gli piace comporre Haiku), è capace di innamorarsi e sa porsi problemi morali. Proprio per questa particolarità (gusti estetici, morali ed emozioni), Adam fa subito entrare il lettore entro un campo davvero interessante: cosa significa apprezzare l'arte e produrla, provare emozioni (amore, odio, paura, felicità, etc.) e seguire una morale? Nel caso di Adam si tratta di una simulazione, di un mero algoritmo, o ci sono dei "qualia" che lo rendeno differente rispetto a un termostato o al nostro computer? E rovesciando la domanda, cosa significa per noi apprezzare l'arte e produrla, provare emozioni e seguire una morale? Esistono in noi questi "qualia", oppure anche noi operiamo attraverso algoritmi e niente altro? C'è qualcosa di ineffabile e irriproducibile che ci rende umani, oppure anche noi siamo dei simulatori? Il romanzo non chiarisce queste domande (d'altra parte, non si tratta di uno studio scientifico sulla AI); tuttavia esso induce il lettore a porsi queste domande (e non è poco). Ora, l'idea-base su cui lavora McEwan è semplice: se una macchina (nell'esprimersi e nell'agire) non si distingue da un essere umano, allora ha semplicemente passato il famoso Test di Turing, e questo è sufficiente. Adam sembra proprio saperlo superare (per questo lo stesso Turing, che nel romanzo è vivo e vecchiotto, se ne interessa). Dunque, Adam pare essere una macchina come me.

Uno degli aspetti più interessanti di queste macchine è il loro rapporto con l'imperfezione umana. Si tratta di macchine intelligenti che, pur sapendosi emozionare, possiedono una logica ferrea, a cui sfugge l'illogicità di molte nostre azioni. Anzi, proprio perché possiedono emozioni e una logica rigida, il risultato è una sorta di tempesta interiore scatenata dalle infinite contraddizioni nelle quali noi umani continuamente nuotiamo, il più delle volte senza nemmeno accorgercene.

"Abbiamo creato una macchina intelligente e consapevole e l'abbiamo gettata nel nostro mondo imperfetto. Ideata in base ai principi generali della ragione, ben disposta nei confronti dell'altro, una mente di questo tipo precipita ben presto dentro una bufera di contraddizioni. Noi ci siamo abituati, e il solo elenco ci sfinisce. Milioni di individui che muoiono di malattie di cui abbiamo la cura. Danneggiamo la biosfera quando sappiamo che è l'unica nostra casa. Ci minacciamo reciprocamente con le armi nucleari pur sapendo a cosa potrebbero portarci. Amiamo gli esseri viventi ma permettiamo l'estinzione in massa di intere specie. E poi tutto il resto: genocidi, torture, schiavitù, violenze domestiche, abusi su minori, sparatoie nelle scuole, stupri e altre decini di orrori quotidiani. Viviamo circondati da questi tormenti e non siamo neppure stupiti di riuscire comunque a rimediare un po' di felicità, e addirittura amore. La mente artificiale non ha le stesse difese".

Detto questo, mi piacerebbe leggere le opinioni su questo libro di quanti studiano l'Intelligenza Artificiale. Non sono molto competente in questo campo, quindi sarei davvero curioso di conoscere cosa ne pensa un esperto. Tutto qui. Per il resto, ossia al di là dei temi esposti sopra, il romanzo non mi ha lasciato molto (c'è di mezzo anche una storia d'amore tra i due "proprietari" di Adam, e un mistero che deve essere risolto e che riguarda la donna... ma quella storia e questo mistero sono resi in un modo un po' fiacco). Dicevo che il romanzo non mi ha lasciato molto, anche se devo dire che ci sono un paio di passaggi che mi hanno emozionato. Tra questi, un haiku composto da Adam, che mi piace riportare:

L'autunno a noi
promette primavera
a voi l'inverno.

Vabbè, dai, ora che ho scritto questo, mi vien da dire che "Macchine come me" mi è piaciuto. Ma McEwan ha saputo fare di meglio.

PS. ATTENZIONE AL MEZZO SPOILER!!!

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occhio che è qui sotto:

Dopo aver letto questo romanzo, mi viene da pensare che una macchina non supera il Test di Turing se adotta una morale kantiana. D'altra parte, lo stesso Kant, a mio avviso, non era un umano.


(10/10/2019)

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