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Cecità

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Un errore in cui un filosofo può incappare è quello di elevare a universale il proprio sentire individuale. In questo caso, siamo di fronte a quello che può essere definito "psicologismo". Un esempio? La vita mi appare (appare A ME) senza senso e assurda, dunque, concludo che la vita è, nella sua universalità, senza senso e assurda. Per fare un esempio ancora più circonstaziato, una sentenza come "L'inferno sono gli altri" (Sartre) è filosoficamente irricevibile. Certo, posso capire che cosa vuol dire, e potrei anche farla mia, nella misura in cui gli altri mi fanno costantemente dei torti, mi feriscono con le loro azioni egoistiche, e così via. Ma sarebbe un errore, a partire dal mio caso individuale, asserire che il mondo è un regno di dolore e che l'umanità, nella sua generalità, non fa altro che esacerbare questo dolore. Sarebbe un errore, dico, se si tratta di emettere un giudizio universale sul mondo. Ma se si tratta di esprimere il proprio sentire ind...

Post Office

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Perdere dei soldi non è il massimo. Perdere 100 (cento) euro è una cosa che ti fa agitare i pugni contro il cielo. Ecco, qualche giorno fa ho perso 100 euro. Spero siano finiti nelle tasche di qualcuno che ne ha più bisogno di me, ma di solito non vanno così le cose. Amen. Per rimediare al "danno" ho deciso di non comprare libri per un po' (mi dispiace per la mia libraia preferita) e leggerò soltanto quei testi che già possiedo e che non ho mai letto, o che ho letto così tanto tempo fa da essermene dimenticato. Visto che questa perdita monetaria mi ha fatto sentire piuttosto "miserabile", ho iniziato con "Post Office" di C. Bukowski (ne parlerò tra poco). Quindi il piano prevede "Cecità" di Saramago (che sto leggendo da ieri) per poi passare al Meridiano di Kuwabata, mio ultimo acquisto che ho trovato a metà prezzo in un negozio di libri usati durante il mio ultimo giro a Venezia. Le altre letture devo ancora deciderle. Dunque, veniamo a Buko...

Gli adulteranti (o dell’incapacità di diventare adulti)

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Questo romanzo (dal titolo orribile) dello scrittore inglese Dunthorne, si concentra sul difficile mestiere di diventare adulti e su un fallimento che sembra essere generazionale. Il protagonista, Ray, è un trentacinquenne che di mestiere fa il giornalista freelance delle nuove tecnologie. Ha un lavoro precario e la sua scrittura è destinata a essere pubblicata su riviste online. Non si sa se abbia alle spalle aspirazioni frustrate. Sappiamo soltanto che è sposato e che sua moglie, Garthene, un'infermiera, aspetta un figlio. Hanno degli amici che non sono tanto diversi da lui, ma, diversamente da lui, il loro destino non prevede una sconfitta palese, almeno nel momento in cui è ambientata la storia. Siamo a Londra, è il 2011. Ray è un tipo allegro, nutre un'ottimistica fiducia nel presente; ma in lui è assente ogni progettualità che lo proietti verso il futuro, al di là di un unico cruccio: comprare una casa per la sua famiglia. I soldi messi da parte non sono sufficienti, ma a...

Frattura (come trovare bellezza nelle cose rotte)

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Questo libro (scritto da un autore argentino che vive in Spagna) non mi ha del tutto convinto. Si tratta di una storia semplice e allo stesso ambiziosa. Ambiziosa, perché queste pagine mettono insieme diverse visioni del mondo: quella giapponese (del protagonista, Yoshie Watanabe) e quelle nord- e sud-americana ed europea; semplice, perché le vicende narrate non presentano chissà quali sperimentazioni narrative (al di là di un interessante modo di strutturare il romanzo). L'idea alla base del romanzo è la seguente: raccontare la storia di un sopravvissuto alla bomba atomica sganciata dagli americani su Nagasaki nel 1945 giungendo sino al presente, con particolare riferimento al disastro di Fukushima. I capitoli si alternano presentando diversi punti di vista: da un lato abbiamo Yoshie, il quale rientra in Giappone dopo aver vissuto per quasi tutta la vita all'estero. Egli deve fare i conti con un passato dal quale credeva di essere fuggito, ma che lo ha sempre accompagnato nell...

Guardando il sole (a volte ci si brucia)

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"Si invecchia innanzitutto non ai propri occhi, ma agli occhi degli altri; poi, pian piano, si finisce per convenire con l'opinione altrui." Non credevo avrei scritto qualcosa su questo libro (è così, se un romanzo non mi piace non spreco un rigo in riflessioni). L'inizio mi è sembrato piuttosto anonimo. Poi, pagina dopo pagina, mi si è fatto chiaro che l'autore stava intessendo quella trama di vita che, per lo più, è anonima per tutti, per quanto possiamo trovarla esageratamente interessante (la nostra vita individuale, intendo). La storia narrata è quella di una donna inglese, Jean Serjeant. Si parte dalla Seconda Guerra Mondiale, quando lei è una bambina con la testa piena di domande sciocche e il corpo mosso da una estrema ingenuità, e si giunge al suo novantanovesimo anno di età, quando quelle domande e quella ingenuità sono ancora presenti (in effetti infanzia e vecchiaia qui si prendono per mano, quasi si trattasse del famoso punto della circonferenza che, ...

Persone normali

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"Per Rob niente era più importante dell'approvazione altrui; essere ben considerato, godere di un certo prestigio. Avrebbe tradito qualsiasi fiducia, qualsiasi gentilezza per una promessa di riconoscimento sociale. Connell non poteva certo giudicarlo. Era stato così anche lui, se non peggio. Voleva solo essere normale, nascondere quei lati di sé che trovava vergognosi o ambigui. Era stata Marianne a mostrargli che altre cose erano possibili." "Persone normali" (il secondo romanzo di Sally Rooney) narra le vicende di due ragazzi, Marianne e Connell, che da un paese di provincia dell'Irlanda vanno a studiare al Trinity College di Dublino. La storia, ambientata nel nostro presente, si estende dagli anni del liceo a quelli universitari. Il celebre e celebrato discorso tenuto da D.F. Wallace al Kenyon College nel 2005 si apre con quella storiella del pesce anziano che, imbattendosi in due giovani pesci, chiede loro: "Com'è l'acqua oggi?"; e ques...

Mars Room (o della colpa originaria)

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"La parola 'violenza' era talmente abusata da uscirne svilita e generica eppure aveva ancora un suo potere, significava ancora qualcosa, varie cose. Esistevano gesti di violenza pura: picchiare a morte una persona. E forme più astratte, come negare alle persone un lavoro, case sicure, scuole adeguate. Esistevano gesti di violenza su vasta scala, come la morte di decine di migliaia di civili iracheni in un solo anno per una guerra pretestuosa di bugie e strafalcioni, una guerra che avrebbe potuto non avere fine, eppure secondo gli avvocati dell'accusa i veri mostri erano adolescenti come Bocciolo Sanchez". "Mars Room" è un romanzo claustrofobico, e non solo perché è in gran parte ambientato all'interno di un carcere. Quella che si respira in queste pagine è un'aria densa e soffocante, che rivela una prigione più diffusa, meno visibile ma non meno palpabile, nella quale sono costretti a vivere milioni di persone in tutto il mondo. Certo, qui lo sgu...